Nel sistema bancario italiano, la possibilità di cointestare un libretto postale rappresenta una delle soluzioni più pratiche per la gestione condivisa del risparmio. L’interesse verso questa opportunità è cresciuto negli anni, soprattutto per chi desidera una maggiore flessibilità nella gestione dei propri fondi e per agevolare operazioni tra familiari o persone di fiducia. Tuttavia, esistono precise regole e limiti da rispettare secondo la normativa vigente e le disposizioni di Poste Italiane.
Quanti cointestatari possono esserci su un libretto postale?
Il limite massimo di cointestatari per un libretto postale nominativo è di quattro persone fisiche. Tutti i cointestatari devono essere maggiorenni. Questa regola è valida sia per l’apertura di un nuovo libretto sia per la trasformazione di uno già esistente in cointestato, purché non venga superato il numero massimo consentito di titolari.
Il motivo di questa limitazione risiede nell’esigenza di mantenere una gestione chiara degli accessi e nella necessità di rispettare le norme di antiriciclaggio, oltre a garantire la tutela dei diritti di ciascun intestatario nel caso di controversie o decessi.
L’indicazione dei quattro cointestatari come limite massimo è confermata anche dai regolamenti ufficiali di Poste Italiane e da fonti giuridiche autorevoli.
Requisiti e clausole operative nella cointestazione
Quando si sottoscrive un libretto di risparmio cointestato, tutti i titolari devono essere identificabili con un documento d’identità valido. Al momento dell’apertura o della richiesta di cointestazione, viene generalmente applicata la clausola della firma disgiunta (o, in alternativa, “pari facoltà di disposizione”). Questa clausola permette a ciascun intestatario di operare in modo autonomo, potendo quindi effettuare prelievi e altre operazioni senza la necessità della presenza fisica o dell’autorizzazione degli altri cointestatari, salvo eventuali diverse pattuizioni stabilite al momento della sottoscrizione.
Vi è anche la possibilità di introdurre delle limitazioni, come la richiesta del consenso di tutti i titolari per il prelievo o per operazioni oltre una determinata soglia. Questo dettaglio è particolarmente utile in nuclei familiari dove si desidera un controllo trasparente dei movimenti finanziari.
In caso di decesso di uno dei cointestatari, le norme prevedono che gli altri intestatari possano continuare a gestire il libretto fino al completamento delle procedure burocratiche. Successivamente, la titolarità delle somme verrà trasmessa agli eredi, e per ogni operazione sarà necessaria la firma congiunta di tutti gli aventi diritto.
Operare su un libretto cointestato: diritti e responsabilità
Ogni intestatario di un libretto postale cointestato può, entro i limiti del regolamento e delle eventuali restrizioni concordate, compiere tutte le operazioni ordinarie, tra cui prelievi, versamenti e consultazione del saldo. In base alla clausola di “pari facoltà di disposizione”, tutti hanno accesso diretto alle somme depositate, con la possibilità di delegare anche terze persone mediante apposita autorizzazione scritta.
La gestione congiunta comporta però anche responsabilità condivise. Se ad esempio uno dei cointestatari dovesse compiere una movimentazione non concordata o controversa, tutti i titolari potrebbero essere chiamati a rispondere delle conseguenze legali o civili, soprattutto in presenza di reclami da parte di altri titolari o dei loro eredi.
Per questo motivo è consigliabile determinare fin dall’inizio, in modo chiaro e trasparente, le modalità di gestione della cointestazione, sia all’interno del nucleo familiare che tra amici o soci, per evitare incomprensioni o contenziosi successivi.
Limiti, vincoli e aspetti fiscali
Oltre al numero massimo di cointestatari, esistono dei limiti anche sotto il profilo delle giacenze e delle movimentazioni, con particolare attenzione alle soglie fissate dalle normative sull’antiriciclaggio.
Il limite di deposito può variare in base a specifiche tipologie di libretti e alla presenza di eventuali blocchi amministrativi o giudiziari. Per i libretti cointestati, ad esempio, il limite spesso riportato è di 50.000 euro per ciascun titolare, ma è necessario consultare sempre la modulistica aggiornata fornita dagli uffici postali.
Non esistono limiti sul numero di libretti nominativi che ogni persona può possedere, purché venga rispettato il massimo di quattro cointestatari per ciascun libretto ordinario. L’aspetto cambia invece per i minori, che possono essere titolari solo di un libretto speciale dedicato, mentre per i prodotti digitali come il Libretto Smart è possibile avere un solo rapporto attivo per persona o gruppo di cointestatari.
Un importante aspetto è quello fiscale: le giacenze medie superiori a determinate soglie possono essere soggette a tassazione, e in caso di cointestazione ogni cointestatario viene considerato ai fini delle comunicazioni all’Autorità Fiscale. È quindi opportuno monitorare costantemente il saldo e le movimentazioni, anche attraverso i servizi online.
Infine, è utile sottolineare che la cointestazione non comporta alcun vincolo di parentela o affinità tra i titolari; spesso lo strumento è scelto anche da amici o soci che condividono uno stesso progetto di risparmio o investimento.
La normativa e la prassi operative relative ai libretti di risparmio cointestati vengono aggiornate periodicamente da Poste Italiane in conformità con le direttive della Banca d’Italia e delle leggi in materia di risparmio. Si consiglia pertanto di richiedere sempre la documentazione più recente presso gli uffici postali o di consultare il sito ufficiale per chiarire eventuali dubbi, soprattutto nel caso di esigenze specifiche inerenti successioni, deleghe straordinarie o prelievi di importo rilevante.